PARROCCHIA DI PIAZZO
Piazzo di Segonzano sorge su di un verde terrazzamento in destra del torrente Regnana, al centro di un largo paesaggio fraseggiato di macchie di bosco.
Degna di nota è la chiesa parrocchiale dell’Immacolata, il cui prospetto principale è movimentato dallo svelto portico costruito dopo l’incendio del 1863. il campanile è ad acuminata cuspide gotica. Al Museo Diocesano di Trento è conservato un prezioso reliquario-cofanetto di legno della prima metà del XII secolo deposto dal vescovo Altemanno (1124-1149) nell’altare di Piazzo e che fu poi usato da fra Albertino vescovo esiense, suffraganeo del principe vescovo Johannes IV Hinderbach, quando lo riconsacrò il 16 ottobre 1468. La chiesa fu rimaneggiata verso il 1524 e nel 1893-’94.
È di forme tardogotiche, con bel portale (la decorazione ad affresco dell’ingresso è della fine del 1778).
L’interno è ripartito in tre navate da sei svelte colonne in pietra rossa, che reggono le volte a vela ornate da ariosi fregi dipinti cinquecenteschi. Sulla parete sinistra del presbiterio ci sono affreschi del XV secolo (santa Barbara) e di quello successivo (il trionfo di san Michele e stemmi nobiliari della cerchia della famiglia a Prato). Sopra la porta della sacrestia è appeso il noto quadro ex-voto della popolazione di Piazzo e di Parlo, raffigurante la storica battaglia combattuta il 2 novembre 1796 fra gli austriaci e i francesi attorno al castello di Segonzano. L’interno della chiesa conserva anche alcune pietre tombali della famiglia a Prato.
Sull’altare maggiore campeggia l’ancona lignea del XVI secolo che orna la statua tardogotica di pregevole fattura, chiamata la Madonna dell’uva. Il simulacro, molto venerato, veniva portato in processione in epoche di gravi calamità pubbliche e con la partecipazione dei rappresentanti di Cembra, Faver, Grumes, Lisignago, Segonzano, Sevignano e Valda, vale a dire gli antichi comuni della valle.
I due altari laterali sono di bottega locale: quello di sinistra reca la data del 1627. Sulle pitture murali superstiti ci sarebbe il nome dell’autore, Simon Pinedro.