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LA STRUTTURA ESTERNA DEL SANTUARIO

La chiesa, costruita sul luogo di un capitello dotato di cancellata di fine Seicento, venne eretta nel 1820, ampliata con l’elevazione del soffitto ad arco, il presbiterio e la nuova sacrestia nel 1892-‘94, dotata nel 1910 dell’altare maggiore in pietra policroma, destinato ad accogliere l’altare con la primitiva immagine del 1683, la Madonna dell’Aiuto...

 

Il campanile attuale, che prima era a vela sul colmo del tetto, venne realizzato nel 1926-’27.Fu ampliata nell’attuale forma latina negli anni 1956-’61 su proposta del parroco, don Eliseo Zorzi. L’idea venne subito accolta, fu nominato un comitato con l’incarico di raccogliere le offerte, che giunsero anche dagli emigrati in Austria e in America.

L’architetto Ezio Miorelli predispose un

progetto che triplicava l’ampiezza del santuario coniugando in modo egregio le nuove opere con la navata antica. Il nuovo edificio risultò armonioso e piacevole con studiati giochi di luci e di ombre declinati nelle finestrelle ad arco e nei ripiani del tetto.

Alla chiesa era annesso un eremo, dove visse l’ultimo eremita del Trentino, Lorenzo Vicenzi, detto “el Bepo romit” da Segonzano, che vi

risiedette dal 1960 al 1971. Prima di lui vi fu anche un altro eremita di Segonzano, Giovanni Fortarel, dal 1908 al 1933. I sei eremiti, che si alternarono nella conduzione della chiesa dal 1858 in avanti, sono ricordati da una targa posta all’esterno dell’edificio sacro nel 1973.

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